Di gente che fa critica fumettistica in Italia ce n'è tanta. Troppa?
Non so.
Credo che abbia avuto ragione Gianni Brunoro quando disse "Non esiste la critica. Esiste il critico".
Un critico di quelli che esiste è Guglielmo Nigro. Guglielmo è uno di quelli che quando lui parla io prendo appunti e in questi giorni ho avuto l'onore di scambiare qualche chiacchiera con lui sul fumetto.
Da ciò è derivato questo post sul suo nuovo blog (ricordate Harry Dice...?)
Guglielmo mi ha dato un ottimo gancio per spendere due parole sul suo concetto di Lettore Militante, che di base, mi provoca ribrezzo. Quindi....
Caro Guglielmo, oh salve!
Il punto della discussione è se la "militanza" sia un approccio positivo, come sostengo io, o un approccio negativo, come sembra emergere da alcuni tuoi articoli.
Partendo dal presupposto che la mia posizione è un po' diversa da quella del "semplice" lettore, dato che io ho certamente un interesse personale a che le case editrici non chiudano (interesse che è un plusvalore rispetto al semplice, per quanto intenso, amore per il fumetto che può avere un lettore) sono assolutamente convinto che non si può e non si deve essere freddi rispetto alle proprie passioni.
Tu la chiami militanza, io comunicazione.
Ritengo che condividere ciò che penso con altri sia una cosa bella e che sia giusto anche ideologicamente lottare per sradicare un preconcetto diffuso di cui il fumetto è vittima da decenni.
Sono certo che essere (o voler essere) per pochi sia sempre e comunque un errore perchè essere (o voler essere) per pochi è come essere tirchi di spirito e aridi del desiderio di comunicarsi.
E nella mia vita la comunicazione è tutto.
E' un errore? Non so. Ma io sogno un mondo in cui tutti possano scegliere quale rapporto avere con l'arte, con il sapere, anche con il semplice intrattenimento. Scegliere. E a volte perchè questo si realizzi manca solo una persona (militante?) che ti spieghi determinati percorsi. Che comunichi.
Quindi, venendo alla mia citazione...
"Oh ragazzi, siamo in guerra. Capitelo.
In questo senso dobbiamo
essere tutti lettori militanti perché il buon gusto e la capacità di
distinguere un fumetto che può attirare nuovi lettori da un capolavoro
che siamo in grado di appezzare in 500, non ci rende autosufficienti.
Poi non vi lamentate se
le serie e le case editrici chiudono.
Soprattutto se in questo
settore ci lavorate."
...il fumetto è un percorso (come un po' tutto nella vita).
Io adoro Dave Sim (nostra comune passione) e Breccia e Love and Rockets e via dicendo.
Ma se io propongo a mia zia o mio cugino o al passante per strada queste opere, me le tirano dietro allontanandosi dal fumetto per non tornarci mai più. E QUI il fumetto muore.
Il lettore è un po' come il pokemon. Si deve evolvere, partendo da determinate letture e arrivando ad altre, non migliori, ma semplicemente più complesse e sfaccettate, per poi tornare alle prime e godersi i diversi piani di lettura.
Servono perciò dei fumetti "esca" che possano avvicinare il lettore al medium. Walking Dead per esempio per evidenti motivi televisivi o anche Davvero che ha sfruttato con intelligenza il web.
Se prestare o sostenere un fumetti come questi, per poi proporre Le Storie, Strangers in Paradise, Manu Larcenet, Calvin e Hobbes e via dicendo creando un percorso e sperando di poter avvicinare qualcuno al fumetto mi rende un lettore militante....bè, sono fiero di esserlo e spero che come me ce ne siano tanti in giro.
Ma dato che "militante" ha per me un'accezione negativa, preferisco pensarmi come un lettore comunicante.
Perciò, quando dici
Leggere fumetti diventa militanza. La scoperta e la
salvaguardia di un mondo ideale fatto di china, carta e computer graphics. Da
lì a diventare critici del fumetto, il passo è brevissimo. È una necessità.
Il motivo è ideologico, se non passionale, e in ogni caso rimane rinchiuso
all’interno di una bolla autoreferenziale. L’importante è scriverne, e
difenderlo. Non importa avere la competenza, o le idee, o il metodo. Quel che
importa sono la determinazione e l’energia. E di nuovo, il fumetto ne muore.
Perché tutte le altre persone, quelle che non apprezzano, capiscono
o vedono il fumetto se ne fregano. E un giorno segue l'altro, su orbite diverse. non mi sembra che tu abbia colto nel segno, perché ti manca la parte in cui il lettore che ama con passione il fumetto lo comunica.
Sostanzialmente ti contesto un approccio freddo. Snob, se vuoi.
Sia chiaro che non lo dico con accezione negativa, ma vorrei sottolineare il distacco eccessivo presente nella tua analisi tra il concetto di lettore militante e il tizio che compra Zagor e lo presta all'amico perchè magari a piacere a condividere con lui un qualcosa che ritiene bello.
Consiglio a chi ha letto questa nostra chiacchierata pubblica di fare un salto sul tuo blog.
Soprattutto QUI e QUI, per rendersi conto della tua visione.
Rileggendo tutto però, mi sa che tu, più che di lettore militante, dovresti appunto parlare di critica militante.
Ma questa è una storia diversa che tra l'altro, mi riguarda molto meno.
Quindi, per concludere, sì, siamo in guerra.
Contro i preconcetti, contro l'ignoranza, contro i luoghi comuni, contro la stanchezza che ci portiamo a casa dopo la fine di una giornata di lavoro e che impedisce ad un potenziale lettore di prendere in mano qualcosa da leggere e durare più di due pagine prima di addormentarsi, contro la disinformazione e contro coloro che non sanno come, cosa e quando proporci una lettura. Siamo in guerra contro il deserto delle proposte culturali, contro lo sforzo del primo passo che ci porti dentro una libreria.
Dedicare anima e cuore a proporre Cerebus (che è una delle cose più belle che ho letto da sempre e non mi stancherò mai di dirlo) ha un grande valore informativo.
Ma Cerebus non avvicinerà mai nessun nuovo lettore al fumetto. Al massimo manderà in visibilio un lettore consolidato.
Avvicinare nuovi lettori è la guerra da vincere, perchè solo così il fumetto sopravvive e magari, un giorno, prospererà.
Se l'arma da imbracciare per vincere questa guerra è un volume di Calvin e Hobbes e se il mio sparare consta nel prestarlo a qualcuno...bè, io vado in prima linea e mi auguro di voltarmi e di trovare un esercito alle mie spalle e non strateghi che consigliano delle ritirare per consolidare piccole territori eretti a mo' di riserva.
Con affetto e stima
Andrea
10 commenti:
Questo post mi piace! E come ti dicevo su fb, l'idea del fumetto esca è, a mio parere, da un lato giusta (anche io l'ho fatto), da un lato "triste", anche e sopratutto quando l'esca è servita a ben poco...
sinceramente? Nigro spara un po' troppo nel mucchio, vorrei un dibattito su una recensione (a suo parere) valida ed una (sempre a suo parere) meno valida.
Per il resto ti do ragione al 100%
Secondo me però non è vero che Cerebus non è un corretto "starting point" per un "non" lettore di fumetti. L'ho provato di prima mano. Quello che allontana il lettore "normale" è vedere Cerebus accostato ad un libro di supereroi (qua sai che io leggo di tutto per cui non sto facendo alcuna distinzione di qualità, siamo chiari). Ma se invece il lettore ha uno strumento, o una persona, che gli spiega che è una serie che parla di politica, religione, amore e tutto lo scibile umano, una prova gliela concede, o almeno aumenta la possibilità. E a quella decina di persone a cui l'ho fatto provare è piaciuto. Per questo in media sono d'accordo con Guglielmo: spesso siamo noi a sottolineare gli aspetti "sbagliati" di un'opera - tutti racchiusi nel nostro piccolo piccolo mondo. Per me Cerebus è molto importante come prima serie autoprodotta statunitense in bianco e nero, ma se lo presento così ad un lettore di libri a questo non gliene frega niente.
Bisogna interessare le persone reali ai fumetti, che gli appassionati fortunatamente le cose le sanno già.
Besos!
c.
Ciao Nuvole (cioè Claudio Calia),
grazie del tuo intervento.
Per me ha un valore particolare perchè la tua opinione ha una duplice valenza: quella di esperto di fumetto e autore e quello di ufficio stampa della casa editrice che pubblica in Italia Cerebus!
Quindi sai bene quello di cui parli.
Nonostante questo non posso essere d'accordo con te.
Cerebus ha dei meccanismi narrativi complessi e delle componenti citazionistiche tali da rendere davvero ostica la fruizione al lettore occasionale.
Spiegare un fumetto a qualcuno dopo che l'ha letto e come spiegare una barzelletta che non viene capita...lascia sempre un po' l'amaro in bocca...
Ma non vorrei che Cerebus diventi l'emblema del fumetto per pochi, perchè non è così e perchè è davvero un fumetto che merita.
Sul "piccolo, piccolo mondo"...il problema è proprio questo...io non sono per un piccolo piccolo mondo.
Io sono per allargare il bacino di utenza.
Con alcuni fumetti lo puoi fare 10 persone alla volta.
Con altri qualche centinaia.
Non vedo questo come possa essere in alcun modo considerata cosa negativa e fare male al fumetto.
Un abbraccio
Andrea
Occhio che io parlo di "lettori", e di lettori "forti" nel nostro paese, seppur in diminuzione, ce n'è tanti, e si confrontano ogni giorno con diverse complessità. Cerebus fa riferimenti a man bassa a hemingway, penso ci sia più gente in italia che conosce hemingway rispetto anche a tex. Per questo penso, proprio per uscire dal piccolo mondo, che sia più importante farlo conoscere a quel tipo di lettori. Cerebus può interessare chi legge joyce: l'ultima traduziine dell'ulisse ha venduto 30.000 copie in pochissimo tempo. Tutto sta nel far trovare il giusto libro al giusto pubblico, senza preconcetti autoimpartiti da "ghetto".
Scusa la sintesi, scrivo dal cell!
Besos!
C.
ciao andrea.
ci si ritrova qui?!
cavolo, è strano questo tuo post, per questa ragione:
il lettore militante (e la sua deriva in critica militante), ovvero ideologica, è SNOB. perché parla a una nicchia. il tuo concetto di lettore comunicativo, o come lo chiami, è altro affare. e tu, per quanto usi "manifesti" militanti, non fai parte del lettore militante cui mi riferisco io. perché hai conoscenze e consapevolezze diverse. sviluppate con mestiere ed esperienza.
quindi, la maggior parte delle cose che scrivi le condivido in pieno. se no, scusa, perché mai avrei aperto due blog che si occupano di fumetti, se non per comunicare. e perché mai dovrei collaborare con lospaziobianco.it da 10 anni?!
e perché mai cerco in tutti i modi nei miei blog e scritti su LSB di trovare collegamenti vitali tra i fumetti e quel che c'è al di fuori di questo ottuso mondo?!
questo non è SNOB. è che appena "alziamo il tiro", appena cerchiamo di parlare di fumetti come si parla di cose più importante che non l'autoreferenziale ridondanza di collegamenti interni al mondo del fumetto, si viene tacciati (di nuovo) di SNOBISMO?!
persino un importante autore di fumetti Bonelli ha scritto del mio nuovo blog... o, ma cosa fa, poesia, o filosofia?! come a dire che queste cose sono merda. e che non appartengono al fumetto. questo è il vero SNOBISMO. questa è la cosa per cui lotto!!!
apriamo la mente. e scopriremo, proprio come dice calia, che cerebus può essere un fumetto per tanti, tantissimi. basta saperglielo dire. lo sto sperimentando. perché fortunatamente ^S^Comics non è letto solo da appassionati. ma anche da molti amici che non conoscono il fumetto. e Cerebus lo stanno scoprendo e amando!
dov'è il punto?
che dobbiamo alzare il tiro, e fare convergenze, tra fumetto e vita REALE!!! questo è il mio intento.
e spesso, molti lettori militanti (e critici militanti ancor di più) si scordano del mondo reale, per rimanere in una nicchia, che conoscono, controllano, e dove hanno "potere"... ecc. ecc.
se ricordi il lavoro che ho fatto con ASSO di Recchioni, capisci cosa intendo. E così per Love and Rockets, e così per tutto quello che riguarda ^S^Comics.
è più chiaro?
al prossimo ^s^Life!
g.
Per quanto stimi Nigro, io sono col glifo.
Bellissimo post.
@MMS: ecco, questo è un altro atteggiamento militante. prendere parte a una fazione ("io sto con...")
:)
mi piacerebbe che provassimo a cogliere le convergenze. invece di esasperare le posizioni.
in fondo, quello che mi interessa davvero, è rompere un po' di queste barrierine che non servono a nessuno!
ciao!
g.
"dov'è il punto?
che dobbiamo alzare il tiro, e fare convergenze, tra fumetto e vita REALE!!! questo è il mio intento.
e spesso, molti lettori militanti (e critici militanti ancor di più) si scordano del mondo reale, per rimanere in una nicchia, che conoscono, controllano, e dove hanno "potere"... ecc. ecc."
Su questa cosa concordo in pieno Guglielmo. A volte (spesso) quel potere di cui parli, da alla testa!
http://sighcomics.blogspot.it/2012/12/sighlife-13.html
un sorriso.
^s^
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