mercoledì, marzo 30, 2011

LOIS LANE ovvero I DIRITTI DI SUPERMAN - LETTERA DI JOANNE SIEGEL


Chiunque legga fumetti almeno una volta l'ha fatto.
Nessuno escluso.
Ha posato sul comodino l'ultimo numero della mirabolante serie che legge  da ormai millemila anni, ha spento la luce dell'abajour, ed è diventato uno scrittore di fumetti.
E lo fatto senza fare interminabili file alle mostre con portfolii  ricolmi di materiale o pagine e pagine di progetti spillati.
Usando la fantasia come una macchina da scrivere ha realizzato storie su storie, intricato vicende, stupito lettori inesistenti con incredibili colpi di scena e fatto vivere a personaggi che fanno parte dell'immaginario collettivo avventure che nessuno potrà mai leggere, perchè non esistono se non nella mente di un singolo individuo.
E' capitato anche a me diversi anni fa di immaginarmi scrittore di fumetti (cosa che non sono e non sarò mai) e fantasticare su cosa avrei voluto realizzare, di quale personaggio avrei voluto scrivere.....

Lois Lane.
Avrei scelto di scrivere Lois Lane.
Se io dico Lois Lane, voi pensate alla fidanzatina di Superman.
E  sbagliate due volte.
In primo luogo perchè Lois Lane è, da qualche anno, la moglie di Superman
In secondo luogo perchè, anche prima di sposarsi, la figura di Lois Lane ha subito una serie di modifiche tali alla sua caratterizzazione, che la parola "fidanzatina" non è più accostabile al personaggio.
Nata, contemporaneamente a Superman, su Action Comics 1, era rappresentata inizialmente come una damigella costantemente in pericolo, un po' agitata e un po' acidella.
Ma dal 1939 ai oggi, passando per i tumultuosi anni '60, la figura di Lois Lane è profondamente cambiata.
Lois Lane, oltre a scoprire l'identità segreta di Superman, oltre a sposarlo, è diventata amica e confidente dell'uomo d'acciaio. A volte, suo rifugio emotivo. Sicuramente, tra le mogli dei personaggi di fumetti, quella maggiormente caratterizzata, la più forte per personalità e caratura morale. Almeno così è stata, da molti anni, presentata al lettore.
E a me sarebbe piaciuto scrivere di un personaggio così.
Ma non è per confessare questo mio desiderio che vi ho parlato di Lois Lane.
L'ho fatto per raccontarvi della donna che ha ispirato questo personaggio, cioè Joanne Siegel

Joanne è la moglie di Jerry Siegel, creatore insieme a Joe Shuster dell'Uomo D'acciaio.
La maggior parte dei lettori non lo sanno, ma dietro la creazione e i diritti di Superman c'è tanta miseria e tanti scontri legali. Da parte mia, tanta amarezza.
Non sto a raccontarvi tutto nel dettaglio, vi suggerisco di approfondire in rete o di leggere il volume Maximmortal di Rich Veitch che racconta come i creatori di quella macchina per soldi che è Superman, morirono  in miseria e dimenticati o di come furono sfruttati e umiliati dai così detti "grandi poteri editoriali".
Joanne Siegel è morta da poco, all'età di 93 anni. Ha combattuto tutta la vita per vedere riconosciuti al suo defunto marito i diritti del personaggio co-creato.
Purtroppo se ne andata prima di aver raggiunto questo obiettivo.
Come Lois Lane, personaggio che ha ispirato secondo me non solo nelle sembianze ma anche nel carattere, ha lottato una vita intera per amore del marito, il papà di superman.
E se Jerry Siegel era il papà di Superman, Joanne Siegel ne era la, evidentemente, la madre.
Sullo splendido Blog di Stefano Perullo, Comix Factory, di cui consiglio la lettura giornaliera a tutti voi, ho trovato questa lettera, inviata pochi mesi primi di morire da Joanne al Ceo della Time Warner (si, quella di produce di cartoni animati di Duffy Duck o di Bugs Bunny).
Vorrei che la leggeste, per capire, che Jerry Siegel avrà pure creato l'Uomo d'acciaio, ma ha sposato la Donna d'acciaio e che...insomma....lo schifo si annida dove meno te l'aspetti.
Meditate genti. Meditate

10 DICEMBRE 2010

Alla c.a. di Jeffrey L. Bewkes
Presidente e Amministratore Delegato
Time Warner Inc.

Caro Jeff,
Sono Joanne Siegel vedova di Jerry Siegel, creatore di Superboy e co-creatore, con Joe Shuster, di Superman. Nel corso degli anni è sempre stata mia abitudine tenermi in contatto con i presidenti del consiglio di amministrazione della vostra azienda sin da quando Steve Ross era al comando della  Warner Communications.

Dopo questa presentazione, la vedova di Jerry Siegel, descrive i suoi rapporti con i predecessori di Jeffrey Bewkes. Dai cortesi e disponibili Steve Ross e Jerry Levin, fino ad arrivare a Dick Parsons, amministratore che, secondo la donna, non è stato affatto cordiale e ha ingaggiato avvocati arroganti e favorevoli ad andare allo scontro in tribunale. 

"Adesso il Presidente e Amministratore Delegato sei tu. Poiché tra la mia famiglia e la tua azienda è in corso un contenzioso ho evitato di scriverti. Ma la mia esperienza mi fa pensare di aver sbagliato, se ti avessi scritto prima forse non saremmo arrivati a questo punto. 

Mia figlia Laura ed io, così come gli Shuster, non abbiamo fatto altro che chiedere i nostri diritti d'autore in osservanza alla legge sul copyright. Eppure, la tua azienda ha scelto di farci causa.


Il primo dicembre ho compiuto 93 anni. Sono abbastanza vecchia per essere tua Madre. Ho cresciuto dei nipoti. Purtroppo non godo di ottima salute. Il mio cardiologo ha trasmesso dei documenti ai tuoi avvocati per informarli che soffro di una patologia cardiaca grave, se mi si costringe a dover fare un'altra deposizione la mia vita potrebbe essere messa in pericolo, potrei essere colpita da un attacco di cuore o da un ictus. I farmaci che assumo, non privi di effetti collaterali, mi costringono a non allontanarmi troppo da casa e dai servizi igienici. Pur tuttavia i tuoi avvocati richiedono che io mi presenti un'altra volta in tribunale per prestare una nuova deposizione. Poco importa se già ne ho fatta una che mi ha impegnato una intera giornata e se mi verranno chieste le stesse cose. E' chiaro che i tuoi avvocati abbiano l'unica finalità di rendermi la vita difficile. 


Anche la mia cara figlia Laura è in condizioni di salute gravi, è affetta da sclerosi multipla, artrite, fibromialgia, disturbi alla colonna vertebrale e artrite. Ha già dovuto presentarsi due volte per deporre. I suoi medici hanno scritto dei memoriali nei quali dichiaravano che non sarebbe opportuno sottoporla ad una ulteriore deposizione. Tuttavia i tuoi avvocati hanno chiesto una nuova deposizione, nel tentativo di molestare anche lei. 


Per questo motivo ti chiedo di non adottare questa tattica per evitare di  riconoscere i nostri diritti. Davvero credi che le famiglie dei creatori di Superman meritino di essere trattate in questo modo?



Come sarai ben consapevole, la DC Comics e la Warner Bros. nel corso degli ultimi 72 anni hanno enormemente approfittato della meravigliosa creazione di Jerry e Joe.  Superman ha fruttato più di un miliardo di dollari alla DC nel corso di questo tempo. 


Lo scopo che mi prefiggo con questa lettera è triplice: 


Protestare per le molestie effettuate contro di noi, molestie che non vi fanno guadagnare nulla se non sangue amaro e l'inasprimento della nostra battaglia.


Protestare per le molestie al nostro avvocato, ingiustamente accusato di comportamento scorretto; accusa mossa solo per il futile tentativo di privarci del nostro consulente legale.


Per metterti al corrente che quella tra noi è solo una questione d'affari e che continuare per anni e anni questa controversia servirà solo a far arricchire i vostri avvocati. 


Questa non è solo una controversia come tante altre. Il pubblico e stampa sono interessati a Superman e noi e vogliono essere informati riguardo la nostra controversia. 


La soluzione per risparmiare tempo, fatica e soldi sarebbe quella di provare a cambiare punto di vista. 
A Laura e me spetta la nostra quota di utili su Superman dal 1999. Se aveste considerato quanto ci spetta alla stregua di una fattura, avreste potuto saldarla così come fate con le bollette della vostra azienda, alla stregua di una faccenda d'affari come tante altre, evitando di impelagarvi in una causa che si protrae da ormai cinque anni. 


Anche se sono certa che passerai questa lettera ai tuoi avvocati, la decisione finale spetta a te.
La buona reputazione e l'immagine di una società si basano sui risultati che essa è in grado di conseguire, spero che tu possa impegnarti personalmente affinchè questa vicenda venga gestita con correttezza. 


Una tua risposta cordiale sarà molto apprezzata. 
Cordiali saluti,
Joanne Siegel

Penso non ci sia altro da aggiungere.

Il Glifo amareggiato

1 commento:

maurizio tommassini ha detto...

Purtroppo questo è uno dei punti dolenti del fumetto USA. Disegnatori e soggettisti lavoravorano con un contratto "work-for-hire" che assegnava la proprietà della creazione anzichè agli autori a chi commissionava il lavoro. Dagli anni '70 molto è cambiato, grazie all'attivismo di molti autori, primo tra i quali Neal Adams, ma il trattamento riservato dalla DC a Siegel e Shuster rimane un esempio terribile dell'arroganza e della prevaricazione degli editori nei confronti dei creatori responsabili delle loro fortune. Altro amaro caso è quello di Kirby. Tutte le battaglie combattute da questi autori hanno permesso di arrivare a una situazione attuale in cui i "creativi" godono di maggior rispetto, ma nel fumetto mainstream la strada da percorrere per un trattamento equo è ancora lunga. E in Italia come stiamo messi?