martedì, marzo 12, 2013

Asso: lo strano caso di Dottor Recchioni e Mister Asso di Michele Garofoli OVVERO piccola riflessione sugli editor e un grazie.

So che in pochi potranno capire il senso delle mie parole, ma si crea tra chi cura un libro e il libro stesso una sorta di legame, unilaterale ovviamente. Un editor, un direttore editoriale o un editore (chi segue la nascita del libro insomma) non può dire di esserne il padre, perchè questo è un merito che spetta solo all'autore, ma sarà fermamente convinto, come lo sono io per i libri che mi competono, di esserne stato l'ostetrica, che ha contribuito a far si che quell'opera, partorita dalla mente dell'autore, potesse vedere la luce (editoriale). Un ruolo, tutto sommato, di importanza parassitaria, dato che, per quanto può essere bravo un editor, senza un autore "incinto" di un'idea e capace di portare a termine la "gravidanza creativa", il libro non esiterebbe.

Tuttavia, resta una figura importante. A me la figura dell'ostetrica ha sempre affascinato. Mi chiedo come sia possibile far nascere un bambino e poi dimenticarsene. Non sapere che percorso ha fatto nella vita, chi ha incontrato, amato, se ha ottenuto successo, se lo voleva ottenere e ora, cosa faccia. Ci vuole davvero pelo sullo stomaco e una mente forte per portare al mondo una qualcosa e poi non pensarci più. Per esempio, io non ne sono capace. Tutti gli albi a cui, con il mio 0,00001% ho contribuito, mi sono cari. Provo affezione più che affetto per quei volumi, di cui conosco tutta la storia editoriale, le traversie, i successi e le potenzialità. E' un po' folle, ma inesorabilmente è così. E' oggettivamente sciocco affezionarsi alle cose, ma purtroppo e per fortuna, capita. E' un argomento di cui gli editor parlando sempre poco, perchè si ha quasi un senso di vergogna nel dichiararsi affezionati ad un libro, come se ammetterlo ci rendesse un po' più vulnerabili, a cosa poi, non so. Tuttavia non penso che questo sentimento sia solo mio. Ho visto con la coda degli occhi, diversi colleghi, alle fiere o alle presentazioni, convinti che nessuno li stesse osservando, sfiorare la copertina di un volume su cui avevano lavorato e lasciarsi sfuggire un sospiro che era qualche più che semplice soddisfazione. Che ci volete fare, siamo umani. A volte ha anche dei vantaggi.
Oscar Chichoni
Un volume, tra quelli che ho curato, a cui ho voluto e a cui voglio tutt'ora "bene" è Asso di Roberto Recchioni. Ora, ve ne potrei raccontare parecchie, tutte divertenti su questo volume, a cui è stato un piacere collaborare (sempre in funzione del 0,000001%, perchè il merito dell'ostetrica non è quello dei genitori, sia chiaro). Mi piacerebbe, tra 10 anni, anche analizzarlo, scatenando lo studioso del fumetto che è in me. Non ne sento il bisogno ora perchè, per fortuna, questo volume ha avuto da parte dei critici tanta attenzione. Soprattutto il buon Guglielmo Nigro, con cui ogni tanto ho l'onore di non essere d'accordo, ma che stimo incondizionatamente, ha detto quasi tutto (trovate il link alla sua analisi sotto).


C'è tuttavia ancora un'analisi che non ha visto la luce. L'autore è un amico, Michele Garofoli , collaboratore del Lo Spazio Bianco, persona di cuore che io chiamo, per motivi che non vi è dato sapere, "il pistola".
Michele ha scritto questa recensione per Lo Spazio Bianco, ma sul sito avevamo già pubblicato diversi pezzi su Asso, perciò non era il caso di metterne altri, per quanto validi.
Perciò questo pezzo era senza una casa, anche se ogni casa sarebbe stata onorata di ospitarlo.
Per la prima volta quindi, Il Faro del Glifo, ospita un pezzo non mio, anche se è una recensione ad un volume che mi sta davvero a cuore. Buona lettura.
P.S: Sul discorso dell'editoria, dei libri, del lavoro degli editor, prima o poi ci torniamo. Come sempre, forse.


Asso: lo strano caso di Dottor Recchioni e Mister Asso
Roberto Recchioni ci racconta la vita spericolata del fumettista Asso tra moto, donne, sesso e sceneggiature spericolate. Asso ci racconta la vita spericolata del fumettista Roberto Recchioni tra malattia, morte, sesso e fumetti. Una biografia? Forse.

Se volete un pezzo di approfondimento e svisceramento veramente ben fatto di Asso allora vi consiglio il bellissimo pezzo del mio collega Guglielmo Nigro [Lo trovate qui NdA]. Questa è una recensione pura, una serie di sensazioni che il volume mi ha trasmesso e che mi permetto di scrivere con tono scherzoso per restare in sintonia con quello che ritengo il punto di forza del volume: l'ironia. Perché nonostante si parli di morte, malattia, tradimenti, pornografia e auto convinzione mentale assoluta, Asso è un libro dalla forte vena ironica.

Il libro racconta alcuni episodi della vita di Asso, fumettista di successo con un’ossessione... anzi no. Asso racconta alcuni episodi di vita di Roberto Recchioni, perché secondo me Asso è Roberto Recchioni; insomma io credo sia lui. Dicevo: fumettista di successo con un’ossessione per il sesso e per il mondo della pornografia. Malato (grave) fin dalla giovane età di una misteriosa patologia che gli provoca devastanti emorragie interne, un difficile rapporto con il padre e dotato di ego senza confini, insomma un individuo con alcuni problemi (decidete poi voi quali siano).
 A trent'anni viene ricoverato per un violento attacco della sua malattia. Uno spartiacque nella sua vita. Entra in grave crisi personale e decide che è giunto il momento di cambiare. Crea così una serie di precetti che ne regoleranno la sua vita da lì in poi: una sorta di Meifumado Recchionano. Basta controllo, nessuna preoccupazione, via i vecchi rapporti e sotto con donne, sesso, alterazione della realtà e auto-celebrazione ridondante. Roberto diventa la rockstar maledetta del fumetto italiano, o almeno prova con tutte le sue forze a diventarlo.
LNRZ
 Asso è un’autobiografia sui generis, una resa dei conti con sé stesso in cui Recchioni riversa i suoi pensieri, le sue paure e le sue ossessioni, dove cerca  di esaminare le sue scelte di vita. Certo, è un’autobiografia di genere azione /avventuroso, ma sempre biografia rimane. L'autore ripercorre alcuni episodi topici della sua esistenza rielaborandoli secondo i suoi canoni narrativo-mentali. Quindi sostituisce la mancanza della figura paterna facendosi adottare virtualmente da Darth Vader, abbracciando il lato oscuro della forza che lo induce alla trasformazione in bullo impenitente. ((La figura del bullo è un altra delle passioni irrisolte di Recchioni, non a caso il suo famoso blog si chiama “Dalla parte di Asso”, mitico bullo DOC creato da Stephen King per il racconto The Body.)) Indica quali e quanti compromessi bisogna accettare per avere successo nel mondo del fumetto attraverso una serie di tavole di combattimento, sesso duro e umiliazioni, che ricordano lo scontro tra il suo personaggio/icona John Doe (ma credo fosse Recchioni) e la pornostar Sasha Grey dal n25 della serie omonima. Ma è tutto un momento passeggero e la malattia inesorabilmente torna , l'incantesimo si spezza. Recchioni cambia registro e la narrazione finale diventa più meditabonda, meno spensierata. L'ultimo attacco della malattia è tremendo, Asso si prepara a un’eventuale dipartita e scivolando nell'oblio torna a scontrarsi (l'altra volta era Dylan Dog che però era sempre Recchioni) con Mater Morbi e la sconfigge copulando selvaggiamente con lei
Questo è un altro spartiacque della sua vita. In una bella tavola, ambientata in una landa deserta del Giappone Feudale, si vede il samurai Itto Ogami, protagonista del manga Lone Wolf and Cub, (il passato di Recchioni) rivolgersi allo scomparso comico napoletano Massimo Troisi (il presente- futuro di Asso) intimandogli:
“ricordati che devi morire!”.

Risponde Troisi citando la sua famosa battuta dal film Non ci Resta che Piangere:
“Sì...aspetta che me lo segno”.
 

Fine. Cala il sipario. Recchioni è vivo, è un po' meno rockstar e un po' più consapevole dei suoi limiti e pronto ad accettare più serenamente la sua malattia. Abbandona la via del “suo” Meifumado, concepito con regole troppo accomodanti alla sua trasformazione in demone e via di fuga preferenziale dalla condizione di malato.
Chiude il volume una serie di racconti, dove alcuni autori/amici rendono omaggio ad Asso dando la loro interpretazione “esterna” dell'autore. Ne esce una figura meno ombrosa e malefica di quello che leggende tramandano: un buon diavolo. Immagine che fa sicuramente contento Roberto che, non a caso, in un episodio si raffigura come Akira Fudo, controparte umana di Devil man, leggendario manga creato dal suo “sensei spiruale-artistico” Go Nagai. 

Il risultato è un’opera narrativamente semplice ma sincera, che ovvia ai limiti di una sceneggiatura forzatamente frammentaria, dato lo stile episodico del volume, e qualche incertezza grafica con una grande dose di autoironia, dove Roberto si prende in giro e mostra il vero se stesso, senza paura di giudizi o considerazioni esterne. Un’opera per chi vuole conoscerlo ma scritta anche per sé stesso, per ritrovare una parte personale smarrita con il passare del tempo. Un lavoro permeato da venature onanistiche dove impera incontrastata la super passione/pulsione per il porno, al quale Asso non sembra poter rinunciare (lo infila praticamente dappertutto e scusate il doppio senso), il piacere di videogiocare, la sua venerazione per Go Nagai e l'universo di Star wars, ma sopratutto il suo grande amore per il fumetto. Questa è la storia dell'unica Rockstar del fumetto italiano.

Massì... perchè in fondo un po' Rockstar Recchioni lo è davvero: oggi è vivo e ancora malato, lavora a una miriade di progetti, nel mondo fumettistico nel bene e male si parla sempre di lui e il suo blog rimane uno dei più seguiti. E poi volete mettere? Provate voi a sconfiggere Mater Morbi in quel modo.


E questo è tutto! C'è da aggiungere solo un'ultima cosa, di carattere personale. Un qualcosa che andava detto da tempo e pubblicamente: Rrobè, grazie. Per quella volta a Napoli e per tutto il resto.
Il Glifo ostetrica.

5 commenti:

Michele"Mika the Healer"Garofoli ha detto...

Grazie mille a quel GRANDE uomo che è Andrea Mazzotta per aver pubblicato il mio pezzo e per la persona che è.

P.S: Mi chiamo Garofoli non Garafoli....hahahahaha

RRobe ha detto...

Grazie anche da parte mia a tutti e due.

Koji ha detto...

Applaudo Michele e mi "inquino" (come direbbe Pumba) ai piedi del Mazzottino. Grandi!! Vi stimo a mille!!

Andrea Mazzotta ha detto...

Pistola, lo so come ti chiami.
(Corretto.)
Grazie Koji.

Michele"Mika the Healer"Garofoli ha detto...

Grazie per la stima Koji!