venerdì, agosto 20, 2010

LE POLEMICHE DEL FUMETTO ITALIANO ovvero UNO SGUARDO ALLE LAMENTELE DEGLI AUTORI DI FUMETTO (PARTE PRIMA)


Salve a tutti e benvenuti alla terza parte di questo viaggio.

Probabilmente non vi interessa ma sia io che la mia fidanzata siamo sopravvissuti, contro ogni pronostico, alla notte bianca del paesello, quindi eccomi a giocare per la terza volta a

ANDREA VA A LUCCA E PORTA CON SE TUTTE LE POLEMICHE.


In primo luogo due aggiornamenti:

- Un sarcastico e provocatorio intervento di Alessandro Bottero

- La notizia della tavola rotonda di Lucca data daLuca Boschi

In merito a questo secondo link vi segnalo soprattutto lo scambio di opinioni e commenti da parte di vari operatori del settore.

Ma veniamo a noi.

Ieri segnalavo come fin ora non ci sia stato, almeno via web, alcun punto di incontro tra le posizione di autori e editori (anche perchè sono pochissimi gli editori che stanno partecipando alla discussione e per di più si tratta dei più piccoli).

Ma quale è la posizione degli autori?

Senza voler essere il portavoce di nessuno, anche perchè io autore non sono, cercherò di riassumere in X punti le principali lamentale degli autori:


- RAPPORTO LAVORO/PAGAMENTI:

Il principale punto su cui si batte è l'entità e la natura del pagamento del lavoro.
Qui tocca fare una precisazione.
Ci sono vari modi per un editore di pagare un autore.
A tavola, a percentuale, con o senza anticipo, ecc.
Ci sono anche editori che non pagano assolutamente nulla.
Gli autori sostengono (come dargli torto) che non è possibile che il pagamento a tavola sia sotto una certa soglia, che l'anticipo non permetta di lavorare serenamente o che la percentuale sul venduto sia di infima entità.
Molto spesso gli autori si trovano a dover affiancare al lavoro fumettistico un secondo lavoro per potersi mantenere.
Questo, sottolineano gli autori, influisce sulla qualità del prodotto e anche sul mercato.
Un maggior investimento garantirebbe maggior possibilità di applicarsi sull'opera e quindi una resa migliore, che a sua volte influenzerebbe positivamente le vendite e permetterebbe pagamenti più sostanziosi.
Va da se che date le ristrette possibilità di mantenersi con questo mestiere, molti hanno dovuto optare per altri.

- IL RISPETTO PER IL PROPRIO LAVORO

Collegato direttamente al primo punto, ne emerge un secondo.
Cioè lo svendere il mestiere del fumettista.
Sostengono alcuni autori che è inutile discutere di giusti compensi quando ci sono colleghi che accettano di disegnare 100 pagine per 200 euro (2 EURO A TAVOLA).
Indipendentemente dalla qualità dell'opera finale, il gioco del prezzo al ribasso lede la dignità e la professionalità delle categoria.

- IL RISPETTO DELLA CASA EDITRICE PER IL LAVORO DELL'AUTORE

Anche a fronte di un pagamento che possa essere ritenuto più o meno dignitoso, manca a volte nei confronti dell'autore una forma di rispetto nella cura del suo lavoro.
Manca una cura nella revisione degli albi, nella promozione dei volumi, nell'affiancamento di un grafico e di un supervisore.
Questo influisce negativamente sul prodotto finale che manca della componente professionale.

- IL RISPETTO PER L'AUTORE EMERGENTE

Segnalano molti autori che spesso il collega emergente viene inserito nel mercato senza essere pronto artisticamente.
Questo crea un ingiustificato senso si appagamento nella valutazione della propria arte, che altrimenti potrebbe ulteriormente crescere.

- LA MANCANZA DI UN CONTRATTO O DI ALCUNI ASPETTI CONTRATTUALI IMPORTANTI.

Gli autori segnalano che alcune case editrice (soprattutto nei confronti degli esordienti) operano senza contratto.
Altri che nei contratti mancano alcuni elementi fondamentali, come

1) Il riconoscimento della paternità dell'opera o l'obbligo per la casa editrice di inserire tale riconoscimento in tutto le edizioni a venire
2) La durata di cessione dei diritti sulle opere
3) La tiratura del volume in caso sia prevista una percentuale sul venduto

e via dicendo. Manca quindi un contratto standard che tuteli in tutti gli aspetti l'autore da cui partire.

Ora, questi sono i punti che io penso essere emersi nelle varie discussioni su internet.
Naturalmente qualcosa mi sarà passato di mente, ma appena pubblicato questo post scriverò a vari autori, chiedendogli di intervenire per segnalarmi dimenticanze ed eventualmente aggiungere altri punti.

Ribadisco, fin da ora, che questo elenco non può che essere parziale.
Ma potrebbe essere un buon punto di partenza per rispondere agli autori, come che cercherò di fare domani.

Ma se i punti di incontro sono mancati, c'è stata almeno qualche proposta dagli autori.

Nello specifico si è parlato di autoproduzione e del bisogno di maggiori investimenti. Ma su questo tornerò domani.

Così come vorrei avere l'occasione di commentare il post di Claudia Checcaglini che trovate QUI

Ma tutto questo domani. Il viaggio è lungo e mi devo nutrire anche io!

IL GLIFO IN VIAGGIO VERSO LUCCA

9 commenti:

paolo raffaelli ha detto...

I 5 punti che hai sintetizzato mi sembrano perfetti per cominciare una seria e costruttiva discussione sull'argomento. :)

Andrea Mazzotta - ILGLIFO ha detto...

Grazie Paolo!

Resta in attesa dell'intervento di qualche autore, anche perchè su FB molti sono attivi ma quelle discussioni non sono accessibili a tutti!

Susanna Raule ha detto...

ho aggiunto un ulteriore tassello, qua: http://sraule.splinder.com/post/23182586/a-tutti-gli-effetti
in poche parole, ci si lamenta della mancanza di un ordine professionale dei fumettisti.
(come giù fatto da altri in passato)

Morrilwen ha detto...

Ho letto più volte questo e altri post su altri blog per cercare di capire bene la cosa.
Premetto che sono estranea all'ambiente, non voglio fare polemica o esprimere qualche tipo di parere, non ne sono in grado. Il mio collegamento al fumetto è solamente da lettrice.
Le cose che si scrivono sono giustissime, e appoggio i vostri dubbi e insoddisfazioni.
Quello che veramente non capisco è il perchè di tutta questa "indignazione". Leggendo le varie riflessioni e i problemi che ci sono per gli autori ecc non ho trovato niente di scioccante. Questo è quello che succede oggi in molti settori.
Io lavoro come grafico pubblicitario e mi scontro ogni giorno con clienti che vogliono lavori pagati un decimo di quello che si dovrebbe, se non va bene ci sono altre mille agenzie che offrono i loro servizi a prezzi minori. Se voglio lavorare devo stare al lavoro 12 ore al giorno e accontentarmi di un contratto senza garanzie, perchè, se così non mi va, c'è pronta una fila di gente che si professa grafico pubblicitario che può prendere il mio posto. E non conta più molto la bravura o l'esperienza conta molto di più quanto riesci ad accontentarti di quello che ti offrono.

Conosco fotografi che devono scontrarsi con i prezzi dei "fastfood" della stampa fotografica e che si rifiutano di scendere a compromessi, perchè loro credono che un lavoro che ha alle spalle 30 anni di esperienza debba avere la sua dignità e debba essere riconosciuto. In questo mondo da "rosticceria" dove tutto deve essere fatto in fretta e consumato ancora più in fretta non c'è quasi (dico quasi perchè ci sono sempre delle eccezioni che mi fanno sperare ad un cambiamento di questa tendenza) più posto per la professionalità, per la competenza del lavoro e il rispetto.
Mi guardo in giro e vedo che la gente si accontenta, non ha più voglia di mettere in discussione quello che gli si pone davanti, quello che vuole è qualcosa di pronto che lo soddisfi anche in modo mediocre basta non accendere il cervello....
Forse vivo in una città arida a livello intellettuale e quindi generalizzo troppo, se così non fosse vi prego fatemelo sapere per riacquistare un pò di fiducia nel mondo.
Quello che non capisco è se si pensava che il mondo del fumetto dovesse essere "salvaguardato" da questa tendenza. Siete scioccati e schifati perchè anche "voi" (nel senso di autori di fumetto e co.) siete stati fagocitati dal mondo di noi "normali"? Si pensa davvero che oggi, nel mondo del lavoro, le cose per il fumetto dovessero andare diversamente?

Morrilwen ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Morrilwen ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
MicGin ha detto...

a casa di michele petrucci si sta facendo qualche passo avanti.

io invece filosofeggio un po' qua
http://sonoioche.blogspot.com/2010/08/autori-e-fumetti-la-discussione.html

Claudia ha detto...

Adoro coloro che vivono nella cacca e vorrebbero metterci anche gli altri per stare in compagnia. :D
Il mondo che non paga o paga male non ha nulla di normale in qualsiasi settore.

Segnalano molti autori che spesso il collega emergente viene inserito nel mercato senza essere pronto artisticamente.
Questo crea un ingiustificato senso si appagamento nella valutazione della propria arte, che altrimenti potrebbe ulteriormente crescere.


Ma chi ha detto una cosa simile? (La domanda è solo un urlo di stupore non voglio sapere realmente chi ha detto ciò.) Ma se un artista si ferma da giovane perché compiaciuto dai suoi primi risultati non è un artista, è un problematico. Non è un "danno" causato dell'editore questo dalla sua mente. :)
Per il resto mi pare esserci tutto.

Morrilwen ha detto...

Non so se il commento scritto sopra si riferiva a quello che ho scritto, se così fosse mi sembra un pò presuntuoso giudicare la vita degli altri e dire chi vive o non vive in liquidi maleodoranti senza sapere di cosa si va a parlare, il lavoro è una minima parte della vita e se gli altri non hanno altro mi dispiace per loro, ma io nella cacca non mi ci sento e soprattutto non ci voglio trascinare nessuno.
Comodo elargire giudizi senza riflettere, comodo giudicare se si lavora per l'estero. (quando si dice: "ragazzi, guardate che sto schifo c'è ovunque!" non si vuole dire che è normale e che non si deve fare nulla, ma si vuole dire semplicemente che è uno schifo ovunque, che bisogna lottare e cercare una soluzione, e che è da stupidi pensare che non venisse coinvolto anche il mondo del fumetto).
Se poi la frase era una battuta mi dispiace dirlo, ma non si è capita....
Quello che mi dispiace e che mi delude è che quello che ho scritto non è stato capito (o non si è voluto capire), forse mi esprimo in modo contorto.... chissà.... Non voglio stare a ripete cose già dette. E aggiungendo il fatto che invece di rispondere ad un dubbio ci si giudica in modo superficiale, eviterò altri commenti. chiederò di persona, magari a gesti mi farò capire, visto che a parole non mi si capisce.