Con l'edizione 2011 del Napoli Comicon alle spalle possiamo iniziare a fare qualche riflessione.
Partiamo dalla polemica che sta iniziando a prendere piede on line e che tra le ali del castello già dal venerdi pomeriggio teneva banco.
Poniamoci qualche domanda,cercando però di trovare quella giusta per avere la chiave di lettura di una situazione complicata.
Prima ipotesi di domanda:
La divisione in due sedi (Castel Sant'Elmo e Mostra d'Oltremare), quest'anno alla sua seconda realizzazione, ha funzionato?
Questa domanda però NON è quella esatta, perchè genera una risposta imprecisa, cioè: NI.
La divisione ha funzionato sotto alcuni punti di vista.
Non si è verificato ciò che successe due anni fa, cioè che l'ingresso al Castello venisse chiuso a causa di un'eccessiva presenza di visitatori, impedendo a moltissime persone (venute da tutta Italia) di entrare.
Inoltre la Mostra D'Oltremare ha registrato un record di presenze e di visitatori, per la gioa degli addetti ai lavori lì collocati.
Però, nel frattempo, al Castel Sant'Elmo.....
...il che non è del tutto vero....
Certo, il venerdi più che una fiera, sembrava un convegno di addetti ai lavori, dato che si vedeva circolare solo gente con i pass.
Il sabato e la domenica c'è stato più movimento, soprattutto in alcune zone del castello. In altre, mi dicono i colleghi, i principali visitatori sono stati il freddo e l'umidità.
Insomma, un mare nel deserto. Due simboli di sconfinata solitudine.
Se devo fare una stima, ipotizzerei tra le 3000 e le 5000 persone al castello e intorno alle 20.000 alla Fiera d'Oltremare.
Facciamo allora una seconda ipotesi di domanda esatta:
Cosa è cambiato rispetto all'anno scorso e a due anni fa e perchè?
Rispetto a due anni fa, tutti i mercanti di fumetti e gadget sono stati spostati alla Fiera d'Oltremare.
Rispetto all'anno scorso, anche tutto l'antiquariato e i distributori (Pan,Alastor e Star) sono stati spostati alla fiera.
Quindi al Castello sono rimasti solo le mostre e le case editrici...e neanche tutte.
La Panini per esempio era alla fiera (a seguito del suo distributore).
Perchè questo cambiamento?
In parte, perchè le richieste al Castello erano maggiori, essendo aumentate le case editrici presenti, in parte perchè, appunto, si doveva evitare il sovraffolamento di due anni fa.
Ma...non vi sembra che in tutto questo ragionamento manchi qualcosa?
Cosa?
Forse la risposta la può fornire una domanda. Quella, che a mio avviso, spiega tutto.
La domanda giusta.
E cioè quella che un signore distinto, con due ragazzini tra i 10 e 15 anni a seguito, mi ha posto tra le mura del Castello:
"SCUSI DOVE POSSO TROVARE I MANGA?"
Panico.
Panico.
Panico.
In un centesimo di secondo ho capito l'enorme errore che era stato commesso.
Mi sono reso conto che in tutto il castello, probabilmente, gli unici manga che c'erano, erano quelli Erotico Sadomaso della Black Velvet.
E non solo.
Mi sono reso conto che in tutto il castello non sarebbe stato possibile trovare un solo numero dell'Uomo Ragno o di Batman o di Ratman.
E pochissimi (ma pochissimi davvero) supereroi.
E neanche un albo della Bonelli (nonostante fosse presente lo stand bonelliano che come è risaputo in fiera non vende fumetti).
E non c'era neanche un gadget.
Cioè, TUTTO ciò che muove il mercato a fumetti italiano, tutti i fumetti più venduti erano assenti.
Tutti.
Ma, secondo voi, la folla, la massa, la gente che ci doveva venire a fare al castello?
Sappiamo che numeri muove il mercato a fumetti da libreria o/e da fumetteria sono ad oggi bassi.
Ma veramente ci potevamo aspettare oltre 5000 persone (ammesso che ci siano state)?
La verità è che, nell'atto di ghettizzare i Cosplay (che secondo me con il discorso centrano veramente poco) il fumettomondo si è auto-ghettizzato
Perchè, per spostare altrove uno sparuto numero di cosplay (che, diciamoci la verità, non sono oltre il 10% del pubblico delle fiere, volendo, ma volendo proprio esagerare) abbiamo spostato anche l'oggetto di interesse della gente.
La stessa gente che dovevamo avvicinare al fumetto.
Cioè il padre che accompagna il figlio a cercare Naruto o il fidanzato che porta la sua compagna a cercare il peluche di Mokona.
Ci siamo ghettizzati. Abbiamo deciso di essere per pochi.
Ed essere per pochi può essere una necessità iniziale per chi punta alla qualità, ma non deve e non può essere lo scopo e la meta.
Abbiamo fatto l'esatto contrario di quello che dovevamo fare.
In questo momento di elevatissima qualità e quantità nella proposta, il compito del fumettomondo e delle case editrici è PORTARE IL FUMETTO ALLE GENTI E LE GENTI AL FUMETTO.
Una copia di un albo della NPE o della DOUBLE SHOT o della COCONINO o della CENTRO FUMETTO A. PAZIENZA non ha lo stesso valore se venduto ad un lettore che il fumetto lo conosce o a un lettore che entra nel mondo delle letteratura disegnata.
Non ha lo stesso valore se venduto in una fumetteria, frequentata da gente che il fumetto lo conosce già e lo cerca, o ad una fiera la cui partecipazione, per una casa editrice, dovrebbe avere la finalità di portare nuovi lettori.
Il sacrificio di andare in fiera e di vendere magari al di sotto del punto di pareggio dei costi può essere giustificato solo in funzione di un'operazione di allargamento del bacino di utenza.
Un nuovo lettore di fumetti è un bene che vale ogni sacrificio, perchè è come la tessera di un domino che propaga la sua azione o un sasso buttato in un lago.
Il sasso sarà perduto, ma l'effetto dei cerchi concentrici che si creerà produrrà conseguenze nel tempo e nello spazio.
Ci tengo a sottolineare che io personalmente non mi sento di imputare grosse colpe all'organizzazione del Comicon per vari motivi.
La chiusura forzata di due anni fa del Castello fu un evento gravissimo che non si poteva ripetere.
La colpa di questa chiusura fu (misteriosamente a mio avviso) imputata ai Cosplay.
Il clima era pesante e si doveva agire.
Sempre meglio fare e sbagliare che vivere nell'immobilismo.
Il castello è una location perfetta per le mostre (di cui parlerò a breve).
Ma, nella gianica contrapposizione tra il fumetto come forma d'arte e il fumetto come forma di comunicazione e oggetto commerciale, in questo momento,necessariamente, per la sopravvivenza del fumetto in quanto tale, forse è il caso di concentrare le energie al fine di promuovere il secondo aspetto, quindi il fumetto non come oggetto elitario ma come strumento di approfondimento e di intrattenimento quotidiano, senza che se ne perda la grande qualità attuale.
Perciò, se il Castello non si vuole sacrificare, ci rimanessero le bellissime mostre e che tutto il resto sia portato dove c'è gente o dove la gente va.
Oppure, che si faccia il contrario.
Che si porti la gente al fumetto.
Per farlo bisogna prelevare il pubblico dagli altri settori dell'intrattenimento e della cultura e fargli scoprire il fumettomondo.
Questa operazione si fa offrendo l'esclusività del contatto con determinati personaggi, invitando per esempio grandi star della musica o del cinema e coinvolgendoli in contesti fumettistici.
Ma sono solo esempi che comunque potrebbero riproporre il problema della gestione del numero di persone al castello.
E restano comunque cose più facili a dirsi che a farsi.
Concludendo, questo Comicon deve essere analizzato come specchio dell'attuale situazione.
Il fumettomondo è un terreno fertile, arato e coltivato con passione da tanti professionisti, i frutti che produce sono dolci e variegati.
C'è cibo per tutti.
Ora è giunto il momento di portare i clienti alla fattoria e di capire come farlo.
Bisogna capire che, nonostante tutto ciò che è stato fatto in questi anni, il livello qualitativo che si è riusciti a raggiungere, la linea bianca che abbiamo alle spalle non è quella che delimita l'arrivo, ma quella che segna la partenza.
L'esperienza del Comicon ci insegna che non serve a nulla produrre fumetti bellissimi se non troviamo le formule per farli conoscere.
E uso il plurale perchè NON mi sembra che quando si decise di spostare alla Fiera di Oltremare i cosidetti Cosplay (che è un parola che evidentemente in inglese significa: Manga-Distributori-Fumetterie-Antiquari-Lettori-Acquirenti) ci fu una levata di scudi. Anzi.
Meditiamo genti. Meditiamo.
Il Glifo Maratoneta.
10 commenti:
Mi fa piacere che Gerry Scotti legga manga, non lo sapevo! :p
Detto questo, bel post, sono d'accordo e più o meno ho espresso le tue stesse perplessità su questo Comicon. ;)
Mi sembra un ragionamento esatto.
Se proprio dobbiamo creare due luoghi è più sensato mettere insieme games e cosplay (che è più vicino al mondo del gioco che a quello della lettura).
Il problema rimane: dove trovare lo spazio per mettere insieme tutto il resto?
Il posto per mettere tutto alla fiera c'è.
Bisogna capire se non comporta costi troppo elevati e se abbandonare il castello non comporta a sua volte dei costi....
Certo. Abbandonare il castello è un peccato. Ma per chi viene un giorno solo è impensabile spostarsi, soprattutto se quel giorno piove paralizzando il già non scorrevole traffico napoletano…
Cmq ti ho linkato nel mio post…
però il discorso dei costi è un'arma a doppio taglio. Perché se il COmicon vuole mantenere la sua aureola culturale, se l'anno prossimo gli editori che erano al castello li mandano a spendere mi vuoi dire che cosa rimane? Perché un editore che porta novità e autori non può essere messo sullo stesso piano dell'antiquario e del venditore di gadget.
L'editore, per parte sua, può collaborare con l'organizzazione per cercare di veicolare più e meglio questo aspetto culturale.
Ma senza editori che Comicon è?
Grazie Michele del link.
Io ritengo che al castello di dovrebbe stare SOLO le mostre.
Bisogna accettare che il fumetto come forma d'arte ora come ora interessa ad un parte del pubblico tale da non essere sufficiente per muovere quella massa di gente tale da essere sufficiente a giustificare la presenza delle case editrici al castello.
Proposta: Mostre e appuntamente con autori ospiti del comicon solo al castello.
Biglietto unico per fiera e mostra per tre giorni.
Se lo compri al castello 10 euro.
Se lo compri alla fiera 15 euro.
Così c'è uno stimolo per andare a vedere le mostre.
Sei al castello, risparmi 5 euro e ti vedi le mostre.
Poi, non so se tecnicamente si può fare.
Ciao Stefano, perdonami ma non mi è molto chiaro il tuo discorso.
Perchè senza editori?
Scusa, ma un padiglione editori/distributori/incontri sotto alla Fiera, come proposta di cui verificare la fattibilità, lo vedi così impossibile da fare?
Non sono stato al Comicon ma l'analisi mi sembra inappuntabile. Soprattutto la questione dell'espandere il mercato, in tutti i modi possibili. Arrivare alla gente, smettendo di pensare che chi legge manga o comics sia un cerebroleso indegno di leggersi "graphicnovels"!
Quanto alla separazione dipende tutto dalla distanza tra le due location, devono essere comode per passare dall'una all'altra. Certo che al castello sia incontri di spessore (magari con personaggi extra fumettistici) sia eventi ludici (giochi di ruolo dal vivo?) sia anteprime cinematografiche troverebbero una buona casa e potrebbero attrarre diversi tipi di pubblico.
Ora come ora tra la mostra e il castello ci sono 30/35 minuti di spostamento con i mezzi.
Ma uno mica si sveglia al castello o alla fiera.
Metti 30/35 minuti per arrivare e 30/35 per andartene, se ti devi anche spostare, con relativo impegno mentale di prendere i vari mezzi, quanto tempo passi in fiera?
Ci vogliono due padiglioni attigui.
Ehm... ma a parte l'indiscutibile bellezza della location castellana, l'aura culturale non la si può mantenere semplicemente organizzando gli incontri culturali nella zona fiera, come avviene a Lucca?
(così al massimo non ci verrà nessuno come a Lucca, ma almeno gli autori potranno passare il tempo a divertirsi e bere grog con le cosplayers?)
Il Castello degli Autori Arroccati non funziona... come dicevi è una metafora fin troppo realistica della situazione del fumetto d'autore in Italia.
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