lunedì, ottobre 10, 2011

FUMETTO E NEUTRINI ovvero FORMULE DA REINVENTARE



Prima delle recenti scoperti, di cui anche il cane e il gatto che non ho (ancora) discutono, si riteneva che nulla dotato di massa, potesse viaggiare alla velocità della luce o a velocità superiori.
C'era un problema di massa e di accelerazione. In sostanza, per i capenti: 
  • La massa aumenta con la velocità, e alla velocità della luce un oggetto avrebbe massa infinita.
  • Per accelerare un oggetto avente massa maggiore di zero a c sarebbe necessario una accelerazione finita per un infinito periodo di tempo, o una accelerazione infinita per un limitato periodo di tempo.
  • In entrambi i casi comunque tale accelerazione richiederebbe una quantità infinita di energia. Oltrepassare la velocità della luce in uno spazio omogeneo richiederebbe perciò un'energia più che infinita, concetto che non è sensato.
  • Ben tornata Wikipedia. Mi sei mancata.
I non capenti possano andare al post 777 di questo blog per i sottotitoli in Zichichese, ma sostanzialmente significa che  per quanto  veloce viaggi, mentre ti avvicini alla velocità della luce, ad un certo punto resti immobile.

Ti fermi, perchè non c'è più energia sufficiente per andare avanti.

Nell'ambito della lettura (soprattutto quella relativa al fumetto) si verifica un fenomeno molto simile.

L'enorme numero di fumetti letti (che definiremo Massa) causa una accelerazione nella velocità di lettura.
Cioè i lettori di fumetto professionisti ci mettono 10 minuti a leggere un Dylan Dog, i civili tre volte tanto.

Ma non succede solo questo.
La Massa delle letture che negli anni si accumulano si vanno a depositare, mutandolo, evolvendolo  e forse, addomesticandolo  in ciò che noi denominiamo il Gusto della Lettura.

Se moltiplichiamo la Massa (m), il quantitativo di cose che leggiamo, per il momento storico in cui leggiamo (t) e dividiamo per la nostra personale predisposizione e sensibilità (pps) otteniamo la formula di evoluzione del nostro gusto (g)

(m) * (t) 
(pps)

Ora il (g), cioè il gusto del lettore professionista, subisce come nel caso del viaggio alla velocità della luce, un blocco dopo un'accelerazione continua.
Cioè?
Cioè dopo aver letto tanto, tantissimo, al lettore professionista non piace più nulla. O comunque molto meno.
Nè quello che ha letto prima, che magari l'ha entusiasmato a suo tempo, nè le cose nuove, che magari pochi anni prima l'avrebbero rapito senza chiedere riscatti.
Ciò spiega anche perchè moltissimi professionisti che lavorano nell'ambito del fumetto nelle interviste dichiarano di non leggere quasi più fumetti.
Hanno raggiunto (e come loro molti lettori) il Punto di Fuga (dal fumetto).

Cioè quel momento in cui si scocciano e abbandonano le letture. In cui (ri)fuggono dal fumetto.
Personalmente, pur partendo da una Massa di letture attuale (mla) alta, con  una media di una quarantina di albi e volumi al mese, fatico (tanto) a trovare qualcosa di stimolante.
Qualcosa che ti dia quella sensazione di soddisfazione che, mentre sei sdraiato sul letto, ti porti a poggiare il volume appena concluso sul petto e a esprimere soddisfazione con un semplice sospiro.
E' colpa mia? Sono un anomalia spiegabile con una formula matematica? E' il mio particolare approccio
a penalizzarmi? C'è una situazione stantia nella attuale produzione mondiale?
O forse sono stato semplicemente sfigato nelle letture ultimamente?
Non so.

Penso sia giunto il momento di nuove scoperte.
Penso che così come lo studio sui neutrini ha messo in discussione tutto ciò che si sapeva,  tanto che sembra che  bisognerebbe persino rivedere il principio di causalità secondo il quale l’effetto non può precedere la causa, così deve giungere (è giunto? sta giungendo?) qualcosa di nuovo nella letteratura a fumetti. Qualcosa che scombini le formule e inverta la causa e l'effetto.

Mi farebbe piacere che ogni tanto si ragionasse non solo di portare nuovi lettori al fumetto, ma di recuperare quelli perduti.
Mi piace pensare che ci sia una via per un ritorno dal punto di fuga,
Mi piace pensare (io so!) che se durante un concerto di Vasco o Ligabue, uno di quei concerti che riempiono stadi con una capienza maggiore di quanti visitatori fa Lucca Comics And Games, se il cantante chiedesse a tutti i presenti che hanno letto un fumetto di alzarsi in piedi, nessuno rimarrebbe seduto. Nessuno.
Allora perchè ancora non c'è Watchmen in ogni casa e Pratt su ogni comodino?


Insomma, bisogna inventare una nuova formula per la quale la massa delle letture (m) moltiplicata per il momento storico che viviamo (t) e diviso per la nostra personale predisposizione e sensibilità (pps) non si limiti a generare il nostro autoreferenziale gusto e il suo mutamento, fine a se stesso, la cui stagnazione  forse allontana dal piacere della lettura, ma che tale mutazione gusto generi idee e che queste rinnovino il gusto stesso, come in un nastro di Moebiu, così da imparare tanto da quello che ci è piaciuto quanto da quello che non c'è piaciuto.


Insomma, guardatevi in giro. Ci potrebbe essere qualche neutrino letterario che vi passa a fianco alla velocità della luce. Cercate di afferrarlo.


Il Glifo Scienziato
Ps: Chiedo umilmente e  profondamente scusa a tutti i veri studiosi per le baggianate scientifiche dette (inconsapevolmente). Servivano a costruire un discorso. Per favore, reggetemi il gioco.

5 commenti:

marco d ha detto...

I lettori vanno e vengono. Fa parte della natura del medium che, per sua storia (almeno) finora, è stato soprattutto un linguaggio staffetta da una generazione all'altra.

rispetto al caso personale, mi sa che invece ti sei beccato una di quelle "sindromi del pasticciere" per cui a forza di sfornare dolci, si finisce col perdere il gusto di mangiarli.
A me capita, ciclicamente una volta con i libri, un'altra con i fumetti, un'altra con i film. credo che l'unico modo per "ristabilirsi" sia praticare una dieta varia ;)

Paolo Bertani ha detto...

Bel Post!
La tua traccia ed il pensiero come al solito sono interessanti e originali.
Sono d'accordo con Marco sulla sindrome del pasticciere, io la vedo come un'intossicazione, ogni tanto bisogna rallentare, dedicarsi ad altro, per poi ritornare "sul luogo del delitto" al momento giusto, gustandosi la lettura.
Leggere, un libro o un fumetto controvoglia diventa - almeno per me - controproducente anche per i volumi o gli albi che leggerò dopo.
Quindi, megli rallentare, fermarsi, dedicarsi ad altro, per poter riassaporare il gusto della lettura che immancabilmente, da appassionato, ritorna.

Simone Rastelli ha detto...

Più che sindrome, direi paradosso. Fra l'altro ne vien fuori che i più preparati non sono in grado di parlar bene del fumetto?
L'alternativa, almeno per gli appassionati, è fuggire le verdosi e mantenere una dieta equilibrata. Se bastasse piluccare anche fuori dalla propria area di conforto?

Giuseppe Di Bernardo ha detto...

Ottimo post che condivido con calore.

Invoco ancora una volta l'illuminazine.
Spero che lassù o meglio laggiù, qualcuno mi ascolti.

Andrea Mazzotta ha detto...

Grazie a tutti!
Giuseppe, se passi a Lucca allo stand NPE ci conosciamo!
Mi farebbe tanto piacere!
Verrei io da te ma non credo di potermi muovere molto!