giovedì, gennaio 10, 2013

GIORNALISMO E GIORNALETTISMO ovvero ARCHIMEDE PITAGORICO ILLUMINISTA E LA BELLEZZA DEL FORSE

Premessa/promessa: in questo post si parlerà anche di fumetto ad un certo punto. Lo prometto.
Ultimamente mi sto facendo alcune domande sul concetto di memoria. Lo stimolo è stato la (ri)scoperta del concetto di mnemotecnica (ok, lo so che state pensando: questo è uno di quei post spaccapalle. Invece no! Dai che tra un po' scoppia anche la polemica!).

Perchè ci ricordiamo di alcune cose benissimo e di altre no? Ad esempio, una delle cose che ricordo meglio è un racconto breve che lessi quasi trent'anni fa sulla mia antologia di quinta elementare.
Non so chi fosse l'autore, non so se trattasse di un racconto famosissimo e magari appena ve ne parlo lo riconoscete tutti. Ma ricordo esattamente il suo contenuto.
Parlava di un giornalista e ne parlava male.
Questo tizio, aveva ogni giorno lo stesso problema: scrivere un articolo per il suo giornale.
E doveva ogni giorno trovare un argomento diverso. Finchè non lo trovava viveva (e faceva vivere alla sua famiglia) momenti di grande tensione e nervosismo. Si chiudeva nella sua cameretta, nessuno lo doveva disturbare, nessuno doveva fiatare. Lui era un Giornalista (scritto maiuscolo), doveva scrivere il suo articolo e nulla al mondo era più importante.  Il racconto si chiudeva con lui che, dopo un tormento interiore, una ricerca spasmodica di possibili argomenti,  che andavano dalla guerra alla pace, dal passato al futuro, dal tutto al niente, passando per quello che c'era in mezzo, decideva di dedicare il suo pezzo al mais. Si, al mais.
Tutto 'sto casino per scrivere del mais, che per carità, mi perdoneranno i fans del mais, ma non mi sembra un argomento particolarmente pregnante. Ma vabbè. Forse il senso del racconto era proprio questo (sui contenuti narrativi nelle antologie per le elementari e le medie si potrebbero fare delle serie televisive da 24 episodi....), cioè non prendersi troppo sul serio che alla fine, del mais non gliene frega niente a nessuno.

Comunque, oltre a ricordare il racconto ho benissimo in mente la mia sensazione successiva alla lettura.
"No, dai. Mica sono così i giornalisti. I giornalisti sono gente seria".
Mi ricordo questo mio pensiero come se l'avessi fatto oggi. I giornalisti sono gente seria.
E lo penso tutt'ora. Come dice Eco i giornalisti sono gli storici dell'istante, sono la nostra finestra sulla verità, sono la nostra possibilità di avere non solo un'opinione ma anche un'opinione informata!!!
Capiamoci...mica sono cieco.
Anche io ho letto articoli così indegni da far scappare le virgole e gli apostrofi, però io nella buona fede della maggior parte delle persone che  hanno il grande onore vedersi stampata nell'eternità di un momento, che sia un momento di carta o di byte,  il proprio pensiero ci voglio credere.
Certo, la realtà prende a schiaffi le tue convinzioni e lo fa dopo aver immerso le mani nel miele e nei vetri rotti più taglienti che ha trovato, per farti più male.
L'altro giorno vado sul Post, il quotidiano digitale di Sofri, per leggere la vignetta di Makkox. Questa: 
e mi capita sotto gli occhi quest'articolo:
UE, ICI, IMU e parlare di niente
Andatevelo a leggere, intanto che ve lo riassumo. Vedete queste prime pagine di ieri?
Ecco, l'articolo del Post dimostra come l'Europa non abbia mai detto quanto è riportato nei titoli. Neppure lontanamente. Ora, questo non è un blog politico e a me l'unico Monti di cui mi frega qualcosa è quello dell'antipasto Mari e Monti, ma detto questo... Perchè? PERCHE'? PERCHE'?
Perchè ci fate questo?
Come possiamo fidarci di chiunque se anche chi ci deve informare non ci dice le cose come stanno? 
Possibile che dobbiamo andare a verificare ogni singola notizia? E chi ce l'ha il tempo? 
Possibile che gli unici articoli che possiamo leggere sono quelli di opinione? Che anche qui....e veniamo al fumetto.
Su La Nuova Bussola - Quotidiano cattolico di opinione on line il 29 dicembre 2012 è apparso questo articolo, che mi fa piacere condividere con voi. 
L'articolo dovrebbe essere sugli 80 anni di Topolino. La prima parte  descrive la nascita della testata e del personaggio. 
La parte interessante inizia con questa domanda: Ma Topolino è una lettura adatta ai  ragazzi?
Ora partendo da (cit.) Di Paperino, poi, si contesta la maldestra e congenita fannulloneria arrivando fino a (cit.)E che dire dello scienziato, pazzo no ma illuminista sì, Archimede Pitagorico?
segnalo che il brano  che più di tutti mi è piaciuto è il seguente:
Tutto vero, tutto documentato, tutto molto visibile. Ma basta tutto questo a consegnare l’intero mondo Disney all’inferno, e soprattutto a vietarlo ai bambini e ai ragazzi come bene facciamo con la letteratura e il cinema delle parolacce, della violenza e del sesso? Forse no.
Forse no. Ecco, è il forse che ci salva. Forse è una parola bellissima! Da rivalutare. 
Così bella che vorrei utilizzarla per concludere questo post. 
FORSE
e dico 
 FORSE
alcune volte sarebbe meglio, consigliabile, auspicabile, opportuno, corretto, desiderabile, parlare del MAIS. 
Perchè  
FORSE
e dico 
 FORSE
se parli del mais, magari  non gliene frega niente a nessuno ma almeno nel farlo, non si offende l'intelligenza di noi poveri fessi che ancora cerchiamo di leggere e tenerci informati. Siamo pochi. Tutelateci.
 Il Glifo Pop Corn
Ps: Il Faro del Glifo - L'unico Blog che prima di scrivere un post controlla che le fonti non zampillino.  

2 commenti:

SighComics ha detto...

è per queste cose che ti apprezzo.
ma scrivi solo del mais anche tu, la prossima volta.
anzi, un bel blog di cucina?!
:)

g.

Andrea Mazzotta ha detto...

Gugliè, questo è UN BLOG DI CUCINA.
Solo che vado un po' fuori tema!
Un abbraccio
Andrea